Questa settimana sul
periodico Skorpio della Editoriale Aurea viene pubblicato il
settimo episodio dell’avvincente serie thriller Black Op disegnata dal francese Hugues Labiano. Zona Bédé ha
intervistato l’autore.
Ciao Hugues, posso sottoporti
qualche domanda per il nostro blog?
HL: Ciao. Rispondo con molto piacere alle tue domande, i giornalisti
francesi specializzati in bande dessinée poche volte si sono interessati del mio
lavoro e quindi ti ringrazio doppiamente.
Per iniziare, potresti
raccontarci come e quando è nata
la tua passione per i fumetti?
HL: Come
normalmente avviene per tutti i miei colleghi, la
passione risale al periodo dell'infanzia
ma faccio fatica a ricordare l'origine
esatta. In ogni caso ho capito molto presto che la strada che intendevo
seguire fosse quella del fumetto. Io sono un autodidatta puro, non ho frequentato
scuole o corsi dove mi sono
potuto formare, questo spiega certamente
il mio stile diverso da qualsiasi altro
disegnatore, con i suoi punti di
forza e i suoi punti deboli.
Immaginiamo, che almeno inizialmente
ti sarai ispirato a qualche autore in particolare?
HL: Il disegnatore per il
quale nutro da sempre la massima ammirazione
è Alex Toth. Sono affascinato dalle sue opere e in
generale da gli altri artisti in «bianco e nero» che lo hanno preceduto come Milton Caniff, Frank Robbins ecc. Il mio autore
preferito resta comunque Hugo Pratt, per le tematiche e per l'universo in cui si sviluppano le sue storie. C’è stato un periodo in cui sono
stato particolarmente attratto dal fumetto « realistico - linea chiara - neo classico» come quello di André Juillard (Le sette vite dello Sparviero) e Vittorio Giardino (Max Fridman).
Come è iniziata la tua
collaborazione con Jean Dufaux per Dixie Road? (In Italia la serie è conosciuta per essere stata pubblicata su Lanciostory e nella collana EuraComix)
HL: Ho conosciuto Dufaux durante il periodo nel quale lavoravo alla mia prima serie
intitolata Matador, sceneggiata da Gani Jakupi e pubblicata da Glénat. Jean mi chiese di iniziare
a lavorare immediatamente con lui, un’occasione
che non mi sono lasciato sfuggire. Il sodalizio ha dato
origine a Dixie Road,
che è la somma di due passioni che entrambi
condividiamo: il periodo degli Anni Trenta, quelli della Grande Depressione, e l’interesse per grandi scrittori
americani come John Steinbeck,
John Dos Passos e William Faulkner.
Con I quattro angoli del mondo ti sei proposto come autore completo. Come è nata l’idea per questa storia?
HL: Ho
sempre
avuto il desiderio di scrivere e I quattro angoli del
mondo, come dicevi anche tu, rappresentano il mio debutto. L’incontro con
sceneggiatori come Dufaux, Le Tendre, Rodolphe e poi
Stephen Desberg mi hanno fatto accantonare per un po’
l’idea di propormi come sceneggiatore. Ho usato quelle preziose esperienze per crescere
come disegnatore, l’esperienza e la maturità raggiunta, poi, mi hanno spinto a lanciarmi
finalmente in questa nuova avventura. Ho
avuto bisogno di un po’ di tempo libero da
impegni per riflettere e per scegliere un soggetto che mi ispirasse. L’idea mi venne quando mi capitò di leggere Lo squadrone bianco di Joseph Peyré.
Come hai raccolto la documentazione sulla compagnia dei
meharisti sahariani?
HL: Nel corso degli anni,
mi sono prodigato a raccogliere in tutti i «bouquinistes» e i librai di
Parigi e Tolosa, tra pile di vecchi
libri introvabili ed esauriti, tutto quello che
riguardava la storia del Sahara nel 20esimo
secolo. Nelle unità sahariane, a differenza di qualsiasi altro esercito africano, ci furono degli ufficiali
votati alla ricerca dell'«Assoluto», un
misto tra saggezza e spirito guerriero.
Elementi che ritroviamo sovente nella lettura delle opere di Hugo
Pratt.
Quali saranno i tuoi prossimi lavori? Il nostro amico Enrico Marini ci ha rivelato che sarai tu il
disegnatore designato alla prosecuzione de La Stella del Deserto ...
HL: Effettivamente
l’amico Enrico mi ha proposto circa un anno fa di lavorare a quello che
potremmo definire il prequel de La Stella del Deserto. Lui interviene come consulente sulla trama
scritta da Stephen Desberg e io gli
sottopongo, quando ne sento il bisogno, i miei studi grafici. Per il resto,
l’obiettivo è quello fare mio l’universo che lui ha già delineato e
contrassegnato con il suo talento per farne qualcosa di totalmente personale.
Si tratterà di due album di 62 pagine ciascuno e i colori saranno di Jérôme Maffre, anche per lui si
tratta di affrontare una sfida importante. In futuro ho intenzione di scrivere
di più, dopo La Stella del Deserto ho
intenzione di realizzare un one-shot
molto personale. Sto anche scrivendo
anche una storia per l’editrice Le Lombard,
che fa parte di una collana curata dall’amico Stephen Desberg.
Ci hai già detto della tua ammirazione per Hugo Pratt e Vittorio Giardino. Ci sono altri artisti italiani che hanno destato
il tuo interesse?
HL: Attilio Micheluzzi, a mio parere è stato l’erede
di Pratt numero uno,
mi piace l'originalità delle sue storie e la forza dei suoi personaggi.
Altrettanto ammiro il sorprendente
lavoro di Dino Battaglia e Sergio Toppi. Tra gli
autori più giovani, mi piacciono Mario Alberti e Stefano Casini.
Quali sono gli interessi che coltivi oltre il
lavoro?
HL: A parte la mia
famiglia, la mia grande passione è la
musica. Suono la batteria con due band di Tolosa, la bella città dove vivo.
Il rapporto di gruppo è assolutamente
necessario per il mio equilibrio psichico. Per
questa ragione ci dedico tempo, energie e tanto trasporto.
Ci sono altri importanti obiettivi che
intendi raggiungere?
HL: Sono fermamente convinto
che la strada che bisogna percorrere per raggiungere un obiettivo sia più
importante dell’obiettivo stesso.
Grazie Hughes per la tua disponibilità
HL: Grazie
a voi.
Cronologia italiana
Dixie Road
Testi di Jean Dufaux
1 –
Dixie Road (Tome 1, Dargaud 1997)
Lanciostory dal n.51 del 1998 al
n.2 del 1999, Eura Editoriale
Euramaster n.49, Eura Editoriale 2004
2 –
Sulla strada (Tome 2, Dargaud 2004)
Lanciostory dal n.3 al n.6 del 1999,
Eura Editoriale
Euramaster n.53, Eura Editoriale 2005
3 –
Silver Creek (Tome 3, Dargaud 2005)
Lanciostory dal n.24 al n.27 del 1999, Eura Editoriale
Euramaster n.59, Eura Editoriale 2005
4 – Dixie
Road 4 (Tome 4, Dargaud 2005)
Lanciostory dal n.29 al n.32 del 2001, Eura Editoriale
Euramaster n.66, Eura Editoriale 2006
Mister George
Testi di Rodolphe e Serge Le
Tendre
1 –
Mister George (Tome 1, Le Lombard 2003)
Skorpio dal n.42 al n.43, Eura Editoriale 2004
2 –
Verso Tux Junction (Tome 2, Le Lombard 2004)
Skorpio dal n.44 al n.45, Eura Editoriale 2004
Black Op
Testi di Stephen Desberg
1 – Black Op I (Tome 1, Dargaud 2005)
Skorpio dal n.25/26 del 2005, Eura Editoriale
2 – Black Op II (Tome 2, Dargaud 2006)
Skorpio dal n.24 al n.25 del 2006, Eura
Editoriale
3 – Black Op III (Tome 3, Dargaud 2007)
Skorpio dal n.33 al n.34 del 2007, Eura
Editoriale
4 – Black Op IV (Tome 4, Dargaud 2008)
Skorpio dal n.43 al n.46 del 2008, Eura
Editoriale
5 – Black Op V (Tome 5, Dargaud 2009)
Skorpio dal n.46 al n.49 del 2009, Eura
Editoriale
6 – Black Op VI (Tome 6, Dargaud 2010)
Skorpio dal n.18 al n.21 del 2010, Editoriale
Aurea
7 – Black Op VII (Tome 7, Dargaud, 2014)
Skorpio dal n.47 al n.48 del 2014 Eura
Editoriale
Les quatre coins du monde
Testi di Hugues Labiano
1 – I
quattro angoli del mondo 1 (Livre
1, Dargaud 2012)
Lanciostory 36 al n.41 del 2013, Editoriale
Aurea
2 – I
quattro angoli del mondo 2 (Livre
2, Dargaud 2012)
Lanciostory 42 al n.47 del 2013, Editoriale Aurea