Come detto nella prima parte, nel
2001 l’editore Guy Delcourt lancia
una nuova rivista mensile, Pavillon
Rouge, interamente dedicata alla propria produzione, con anteprime,
prepubblicazione delle migliori serie, racconti inediti completi, estratti da
episodi poi stampati in volumi, interviste agli autori e articoli che si
addentrano nei segreti del mondo della bedé targata Delcourt.
Dufranne |
Diretta dal medesimo editore, ha come
redattore capo Michel Dufranne,
appassionato di fantascienza, giochi di ruolo e poi sceneggiatore di bedé per Casterman, oltre che per Delcourt. Di lui, sul terzo volume
della collana Historica di Mondadori Comics, sono state tradotte le
Memorie della
Grande Armata, disegnate dal serbo Alexis Alexander.
La
rivista è piacevole da sfogliare,
con
un’impostazione grafica che rientra in quel target di pubblicazioni giovanili
briose, forse poco appetibile per un lettore più maturo abituato a Spirou, Pilote e Tintin.
Comunque
sia, Pavillon Rouge rappresenta una
fonte di notizie su bedé all’epoca poco seguite dalla critica ufficiale, ancora
legata ai personaggi franco-belgi evergreen. Inoltre è interessante perché
mostra gli stili grafici di quella nuova generazione di autori, che si distaccano
profondamente dagli stilemi della bedé classica.
I
racconti a puntate proposti fin dal primo numero sono Finkel di Didier Convard e Gine,
Garulfo e La Belle et les
Bêtes di Alin Ayroles e Bruno Maïorana,
Sillage di Jean-David Morvan e Philippe Buchet,
Donjon di
Lewis Trondheim,
Arcanes di
Jean-Pierre Pécan e Roland Pignault e Frédéric Campoy
Arthur di
David Chauvel e Jérôme Lereculey,
Koblenz di
Thierry Robin
Grand Vampire di
Joan Sfar,
Golden City di
Daniel Pecqueur e Nicholas Malfin,
Le Serment de l’ambre di
Contremarche e Dieter, Étienne Le Roux,
Aquablu di
Cailleteau e Vatine,
Les Stryges di
Corbeyran e Richard Guérineau,
Chewing Gum di
Ozanam e Nicolas Lannoy,
De Cape et de crocs di
Ayroles e Jean-Luc Masbou,
Un monde si tranquille di
Étienne Davodeau,
Weëna di Corbeyran e Alice Picard
Sur les terres d’Horus di
Isabelle Dethan
Les Ames d’Hélios di
Philippe Saimbert e Riccardo Ricci,
La Mandiguerre di
Morvan e Stefano Tamiazzo,
Le Roi Catastrophe di
Trondheim e Fabrice Parme,
Nicolas Eymerich, inquisiteur di
Jorge Zentner e David Sala,
Le Cercles d’Akamoth di
Mikaël Le Galli e Emmanuel Michalak,
Carmen Mc Callum di
Fred Duval e Gess,
Archipel di
Corbeyran e Barbay,
Golden Cup di
Daniel Pecqueur e Alain Henriet
e
altri.
Pubblicare
una rivista incentrata solo sui propri personaggi senza interessarsi della bedé
più in generale è stata forse una mossa avventata, perché chiaramente si rivolge
principalmente ai lettori che seguono i personaggi targati Delcourt, non coinvolgendo un pubblico più ampio che non compra pubblicazioni
di quella casa editrice.
Purtroppo
la presenza costante e gratuita nelle librerie di Delcourt Planéte e dei cataloghi annuali con tanto di schede sui
vari volumi editi hanno contribuito non poco a un calo di vendite che ha portato
la rivista a una fine precoce, infatti di Pavillon
Rouge sono usciti solo 26 numeri fino al 2003.
Innumerevoli
i titoli Delcourt tradotti da tutti
gli editori italiani, soprattutto ne sono stati pubblicati molti negli ultimi
anni sulle varie collane della Cosmo.