Parte decima – 1958
I Sarcofagi del 6 Continente (dodicesimo volume, secondo episodio, 2004)
Per
arrivare sulla nave che li trasporterà nella base antartica, i tre vecchi
amici, Blake, Mortimer e Nasir,
accettano l’invito di lord Archibald Mac
Auchentoshan, miliardario difensore della flora e fauna del pianeta, che li
fa salire su un comodo aereo di sua proprietà guidato dal pilota, il capitano
Costa.
Arrivati
sulla nave, incontrano il loro amico, il dottor Labrusse. Durante la navigata, il fedele e coraggioso Nasir si fa fasciare interamente, come
se fosse ferito grave, e si fa trasbordare sulla nave che trasporta uranio
contrabbandato verso la base antartica. Giunto dopo molte peripezie nella base
di Açoka, uno stupito Mortimer incontra l’imperatore, creduto
morto di vecchiaia, che lo apostrofa aspramente con queste parole: «Povero miserevole spirito cartesiano! Anche
tu all’epoca del nostro incontro ti sei rifiutato di credere che io fossi
eterno».
Gli spiega il suo piano: vuole metterlo nel secondo sarcofago (il primo è occupato da Orlik privo di conoscenza) per effettuare un test simultaneo con due corpi. L’arrivo contemporaneo di Nasir e di Blake sconvolge i piani di Açoka.
In punto di morte, Radjak, uno dei seguaci dell’imperatore racconta a un inorridito Mortimer la verità sul suo sfortunato viaggio giovanile a Simla. Il drammatico racconto dura ben otto tavole!
Per tutto il tempo degli incontri con la principessa Gita, i due giovani sono stati sorvegliati da un geloso Sushil, l’amico d’infanzia di Philip. Il moribondo racconta che, all’epoca è giovane e vede la principessa contrastare il volere del padre rassicurandolo sulla diversità di Philip dagli altri inglesi. Poi la vede andare all’appuntamento sulle rive del laghetto, seguita da Sushil. Entrato nella stanza di Gita legge nel diario della ragazza, dove lei confessa di aver amato Mortimer fin dal primo incontro. Radjak la insegue e scorge di nascosto Sushil lanciare un piccolo dardo contro il cavallo montato da Philip, facendolo imbizzarrire, per cui il giovane è disarcionato e cade nel laghetto dove si sta bagnando Gita.
Quando
Sushil racconta all’imperatore la
scena della tigre, il padre della ragazza, furioso, decide di andare con il
giovane Radjak alla cena in casa Mortimer, dove si festeggia il giovane
figlio tornato da Londra. Lì scopre che la figlia, nascosta, assiste al falso
flirt fra l’inglesina e Philip. Nel
vedere la figlia allontanarsi piangendo il furibondo padre irrompe nella casa
inglese.
La
notte seguente, Radjak vede Gita uscire di nuovo da casa, sempre
seguita furtivamente da Sushil, il
quale, ancora una volta lancia un dardo contro il cavallo di Philip, facendo cadere a terra. Poi lo
vede colpire alla testa la ragazza, pugnalarla e gettarne il corpo nel torrente
sottostante. Dopo aver ascoltato la falsa spiegazione di Sushil all’imperatore, in cui accusa Philip di avere ucciso Gita,
Radjak decide di raccontare tutto al
padrone,
il
quale punisce Sushil uccidendolo con
il medesimo pugnale. La giovane è ritrovata viva in un villaggio e curata. Solo
che Açoka ordina a Radjak di avvallare la falsa verità
raccontata alla figlia, e cioè che Philip
si è fidanzato in Inghilterra e che suo padre ha fatto arrivare, a insaputa del
giovane, la ragazza per la festa. Impaurito per le conseguenze di un flirt con
un’indiana, Philip ha deciso di
uccidere la principessa. E, dopo il delitto, ha ucciso anche Sushil, accorso per difenderla.
In
seguito, padre e figlia partono per un viaggio durato sei mesi. Al rientro, un
imperatore, dimagrito, dice al fedele Radjak
che Gita si è ritirata in una
comunità religiosa nel sud dell’India. Dopodiché il padre non ha mai più
parlato della figlia. A quel punto Radjak
muore, ma Açoka, che ha assistito,
di nascosto, alla sua rivelazione, si getta come una furia sullo svenuto Nasir minacciandolo di morte e
accusando Radjak di essere un
bugiardo. Non diremo come va a finire questo contrasto fra i due per non
togliere il piacere della lettura.
L’episodio
finisce con uno scontro “etereo” (degno del Dottor Strange) fra i cervelli svolazzanti di Mortimer e Olrik, chiusi
nei sarcofagi. Poi riescono fortunatamente a rientrare nei rispettivi corpi
subito prima che tutto crolli. Mortimer,
però, esce dall’avventura molto disattento, accusando emicranie esasperanti,
probabile conseguenza dell’esperienza vissuta nel sarcofago.
Nell’ultima
tavola Juillard illustra la
cerimonia dell’apertura della
Esposizione Universale con il re Baldovino. In una vignetta, fra gli
spettatori in seconda fila disegna i volti di se stesso con quello della moglie
Anne e di Sente, mentre in terza
quelli di Jacobs e dei personaggi
che hanno reso famoso Juillard nel
mondo della bedé, fra cui la celebre Ariane
de Troil, protagonista della saga Masquerouge
e Le sette vite dello Sparviero, la
sua opera più riuscita.
Nell’ultima
vignetta si vede Olrik, chiuso nel
sarcofago fra i ghiacci, riaprire gli occhi con uno sguardo inorridito. Ancora
una volta il malvagio rinnegato riesce a sopravvivere, pronto per la prossima
avventura!