Da un paio di settimane è uscita la nuova avventura di Asterix,
la seconda da quando il duo Jean-Yves
Ferri e Didier Conrad ne hanno
preso le redini, il primo ai testi e il secondo ai disegni. In Italia le
avventure dell’intrepido invincibile gallo sono da poco pubblicate da Panini,
che ne ha curato anche una simultanea distribuzione in edicola.
Non abbiamo idea delle vendite nel nostro paese, ma
sappiamo quelle dell’edizione francese e sono strabilianti, ancor più di quanto
si potesse immaginare. Disponibile da giovedì 22 ottobre nei diversi circuiti
librari e non, già nel primo week-end aveva superato, e di molto, la soglia del
mezzo milione di copie. Questo fa pensare che il nuovo albo possa superare
anche il record stabilito da Asterix chez le Pictes” con cinque milioni di
album venduti, di cui circa la metà in lingua francese.
Sono numeri che fanno impallidire qualsiasi best-seller
al di là dei generi, ma l’albo merita questa accoglienza tra i lettori, al di
là dell’affezione alla creatura di Goscinny
e Uderzo? Noi possiamo dire che la
storia ci è piaciuta, molto più della stragrande maggioranza delle avventure pubblicate
da Uderzo dopo la scomparsa dell’amico-sceneggiatore.
Nel pieno rispetto di alcune regole stabilite dalla
coppia sin dal primo album, tra queste l’alternanza di una vicenda nel
villaggio degli irriducibili e l’altra in giro per il mondo, la storia si basa
su un’idea davvero geniale di un capitolo del De Bello Gallico che non viene
pubblicato, anzi censurato, per dare maggiore enfasi alle glorie di Cesare e
far cadere nell’oblio l’eroica strenua resistenza del piccolo villaggio.
I lettori di lunga data delle avventure di Asterix
e Obelix
vi ritroveranno molte delle situazioni classiche alla Goscinny e Uderzo, con
riferimenti alla realtà d’oggi e spiritosi giochi di parole, con un finale autoreferenziale
e autoironico degno della migliore produzione del talentuoso duo.
Il disegno, classico e di “maniera”, è molto curato e si
vede l’occhio di Uderzo nella
supervisione delle movenze dei personaggi e nelle inquadrature delle vignette.
Sicuramente un esempio di prosecuzione di un personaggio dopo la scomparsa o l’abbandono
degli autori che lascia poco o nessuno spazio a critiche.
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