giovedì 17 marzo 2016

Egitto e Linea Chiara


Egitto. Questa parola evoca la più sorprendente e misteriosa civiltà del Mediterraneo, ancora oggi oggetto di fantasiose ipotesi e fonte di continue scoperte di siti archeologici.


Abbiamo già parlato del legame fra BD ed Egitto (Alle sorgenti del Nilo
), ma desideriamo ritornare sull’argomento poiché è l’unico ricorrente, oltre a quello dell’amicizia, fra le opere dei maggiori autori della École de Bruxelles e della Ligne Claire. Si ritrova in Hergé (Les cigares du pharaon, 1932), in Edgar Pierre Jacobs (Le mystère de la Grand Pyramide, 1950) e in Jacques Martin (La Sphinx d’or, 1950, Le Prince du Nil, 1973, Ô Alexandrie, 1994, Le Démon du Pharos, 2008, L’ombre de Sarapis, 2012).


Ma l’Egitto è presente in innumerevoli opere degli autori franco-belgi, anche fra quelli che non si ispirano alla Ligne Claire: Papyrus di Lucien De Gieter, Les Heiritiers du Soleil di Didier Convard, Kéos di Martin e Jean Pleyers, Sur le terres d’Horus di Isabelle Dethan, Corian di Jacques Debruyne e altri. Questo indipendentemente se le avventure si svolgano nei tempi antichi o in quelli moderni.


Non mancano singoli episodi che parlano di ricerche di tesori sepolti, di mummie e faraoni ritornati in vita e piramidi nascoste: La Pyramide oubliée di Pierre Wininger (che non si riferisce a quella reale di Abou Rabash, le cui fondamenta sono state recentemente scoperte a 8 km dalla spianata di Giza), Le Faucon de Mu di Dominique Hé, Arno di Martin e André Juillard, Fox di Jean Dufaux e Jean-François Charles, Hassan et Kaddour di Lacques Laudy, Arno di Martin e Juillard, La Foire aux immortels di Enki Bilal e tanti altri ancora.


Preferiamo iniziare da Jacobs anche se la storia di Hergé è cronologicamente precedente perché Le Mystére de la Grand Pyramide è forse il racconto a fumetti più incisivo e famoso che sia mai stato creato sull’argomento, recentemente ripubblicato in Italia sulla Collana Avventura della Gazzetta dello Sport.
Dopo la fine de Le secret de l’Espadon, racconto di grande respiro e di successo presso il pubblico del settimanale belga Tintin, i lettori richiedono a gran voce un seguito di Blake et Mortimer. Considerata la lentezza creativa di Jacobs, dovuta alla meticolosità e al perfezionismo nelle sue storie a fumetti, la redazione del settimanale, per non lasciare a bocca asciutta i fans, decide di pubblicare alcune anticipazioni per mantenere desta l’attenzione dei lettori sui personaggi, insomma, come si dice oggi, per creare l’evento, similmente a come era successo nelle primissime storie di Tintin su Le Petit Vingtiéme


Si inizia sul Tintin n.49 del 1949 con un’intervista a Jacobs, il cui autore si firma Le Reporter. Non sappiamo chi si celi sotto questa firma, forse il caporedattore André D. Fernez, considerato che all’epoca il settimanale è ancora frutto della collaborazione di poche persone, per quanto di tutto rispetto: Hergé, Jacobs, Martin, Laudy, Cuvelier, De Moor, Vandersteen e Le Rallic.
L’intervista si intitola: Pazienza ancora qualche settimana. Vi prometto una sorpresa! Ci dice Edgar-P. Jacobs. Nell’introduzione dell’intervista, l’autore si dice certo che Jacobs darà ai suoi fans un capolavoro del genere! Profezia avverata! L’artista lascia capire che il futuro episodio delle sue creature si svolgerà in Egitto e sarà imperniato sulla misteriosa e gigantesca piramide di Keope e che sarà incentrato principalmente sul barbuto professore.


In uno dei due disegni che accompagnano l’intervista Mortimer è simpaticamente ritratto dall’artista come in un affresco egiziano con sullo sfondo l’Espadon, mentre risponde a un rimprovero del dio Thot, divinità della magia, della scrittura e della sapienza. Nei due cartigli del disegno ci sono le seguenti frasi umoristiche scritte con l’alfabeto moderno invece che con caratteri geroglifici:
- Messaggero va a dire al mio scriba Jâ-Khop che si affretti a terminare la sua storia poiché per il becco di Thot il Râ che io sono non è del tutto contento!!!
- Non temere, o ben creato Râ Harmakhis, il tuo servitore Mor-thimher saprà ben convincerlo!!!


Il nuovo anno, 1950, inizia nel n.1 con una splendida copertina di Jacobs in cui si vedono Mortimer e il fedele Nazir fra le colonne di un tempio egizio riccamente istoriate  con geroglifici, di fronte alla statua del dio Anubi, protettore degli Inferi, con la dicitura sottostante: Prossimamente le nuove avventure straordinarie del Professor Mortimer. Si conferma così che il principale protagonista sarà il barbuto scozzese.


Dopo dieci numeri, un’altra splendida copertina nel n.11 presenta Mortimer su di un dromedario le cui redini sono tenute da Nazir davanti alla Sfinge e alla grande piramide, con la dicitura: Giovedì prossimo Le Mystére de la Pyramide.


All’interno della rivista, a pagina 17 un articolo intitolato In attesa de Le Mystére de la Pyramide spiega ai lettori l’affascinate monumento archeologico situato nella spianata di Giza, con uno spaccato della piramide di Khofou, o Cheope, come scriviamo in italiano. È sicuramente la prima volta nel mondo dei fumetti che per una storia ambientata in Egitto si diano tante informazioni sull’oggetto del racconto. E tale articolo, stampato nella pagina dispari, è preceduto in quella pari da una puntata de L’Elephant sacre, traduzione del racconto del bravissimo Franco Caprioli, quasi a rimarcare un passaggio ideale del testimone dal maestro italiano dell’esotismo nel fumetto.


La settimana successiva con la pubblicazione della prima puntata inizia l’affascinante racconto. Il resto è storia!



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