mercoledì 9 gennaio 2019

Nostra Madre, la grande guerra


Oscar Ink, una collana all’interno degli Oscar Mondadori, si fa notare per i corposi volumi con integrali di serie bedé inedite. Stavolta è toccato a Notre Mére la Guerre, pubblicato da Futuropolis in quattro tomi dal 2009 al 2012.
Gli autori sono il soggettista Christophe Goret, detto Kris, e il disegnatore Martin Leclerc, detto Maël.


È un racconto sulla Grande Guerra, uno fra i tanti che nell’avvicinarsi del centenario del primo conflitto mondiale sono stati prodotti in Francia e Belgio, alcuni tradotti anche nella collana Historica, della Mondadori Comics, altra suo marchio editoriale.


La trama di Kris non ha nulla da invidiare a quelle di autori più acclamati dalla critica, tipo Jacques Tardi (Era la guerra delle trincee), Patrick Cothias (Ambulanza 13) o Éric Corbeyran (La Grande Guerra).


Il racconto si svolge sulle trincee e nelle retrovie con sullo sfondo la tragedia umana dei “poilus” (barbuti), così erano chiamati i soldati francesi perché impossibilitati a radersi nelle trincee, sbattuti al fronte come carne da macello.


In realtà si tratta di un’inchiesta poliziesca sugli efferati omicidi di alcune donne al fronte. L’assassino lascia una lettera sul corpo di ognuna delle vittime e il compito di trovare il serial killer è affidato a un giovane tenente della polizia. Occorre leggere tutto fino alla fine per scoprire la verità.


È un bel romanzo, forse un poco triste e angosciante, considerato l’argomento non certo allegro, sicuramente una riflessione sull’insensata crudeltà della guerra, poiché anche gli omicidi sono conseguenza della guerra, anzi di Nostra Madre la Guerra.


Il volume cartonato, dal formato grande, è un’ottima edizione che permette di ammirare le pittoriche tavole di Maël, specialista nel cosiddetto stile “tremblé”, (tremolante), che rende perfettamente l’angoscia della tragedia. Il volume contiene i quattro episodi con una serie di studi, schizzi e tavole scartate.


Una bedé non per tutti ma per chi ama la bedé di qualità!

1 commento:

Anonimo ha detto...

I disegni mi ricordano Egon Schiele