Dopo il suo incontro nel 1944 con Edgar P. Jacobs, il progetto inizia a
concretizzarsi e le immagini sono annunciate subito sul n.1 del 1946 del
settimanale Tintin per poi iniziare a
essere pubblicate dal n.2 nelle due rubriche “Les entretiens du capitaine Haddock” e “Les propos du major Wings”,
le quali trattano alternativamente di marina e di aviazione.
L’editore Leblanc,
dotato di grande intuito per lo sfruttamento commerciale del suo settimanale, partendo
dall’idea di Hergé firma un accordo
con alcune aziende di prodotti di consumo alimentare per un progetto
pubblicitario che coinvolga da una parte il periodico e dall’altra vari sponsor.
Il passo successivo è la creazione del “timbre Tintin” (un bollino a forma di francobollo
con la testa del reporter), che può essere ritagliato dalle pagine del settimanale
e dagli imballaggi cartacei dei prodotti commerciali correlati e che prevede
come premio principale la consegna delle figurine “Voir et Savoir” (Guarda e
Impara).
Raymond Leblanc racconta così l'impatto di questa campagna pubblicitaria:
«Ciò ha fatto crescere
il nome di Tintin in proporzione inverosimile. Un piccolo acquirente della
Wallonia o delle Fiandre, comprando della confettura Materne o del cioccolato
Victoria, trovava il “Bollino Tintin”, lo collezionava e arrivava
inevitabilmente verso il giornale, verso i volumi. È stata dunque una
propaganda “dalla base”»
[Raymond Leblanc, Le
Journal Tintin - Les coulisses d'une aventure, Moulinsart, 2006]
Un’operazione in cui tutti vincono, da una parte il periodico di Leblanc
aumenta le vendite e dall’altra le aziende sponsor guadagnano una nuova
clientela!
Dal 1950 Le
Lombard stampa le figurine educative (chromos in francese) a colori, a
gruppi di 6 tipo quelle Liebig, che possono essere richieste
dietro presentazione di un certo numero di “bollini Tintin”. Le figurine hanno
misure grandi per i nostri standard, 19x13 cm circa, e contengono le immagini di
un mezzo di locomozione terrestre, marino e aereo, disegnato con precisione di
particolari, nello stile di Hergé; nella parte inferiore sono aggiunti un
Tintin e Milou in atteggiamenti umoristici, abbigliati secondo l’epoca e il
paese di origine del mezzo.
Su di un totale di 366 mirabili figurine prodotte, una ha creato un problema: nella n.43 della collezione dedicata all’Aviazione durante il conflitto mondiale si vede un Tintin vestito con una divisa delle Waffen-SS, verosimilmente della Divisione Wallonia, costituita da belgi arruolati dai nazisti.
Su di un totale di 366 mirabili figurine prodotte, una ha creato un problema: nella n.43 della collezione dedicata all’Aviazione durante il conflitto mondiale si vede un Tintin vestito con una divisa delle Waffen-SS, verosimilmente della Divisione Wallonia, costituita da belgi arruolati dai nazisti.
Tale immagine ha provocato un rinfocolamento della diatriba,
riproposta ciclicamente nei decenni, sulle accuse contro Hergé per presumibili simpatie verso l’estrema destra e per collaborazionismo
con i nazisti.
Nel
1953, l’edizione francese del settimanale Tintin pubblica la sua versione del bollino, che,
per problemi di diritti legali, è ribattezzato “chèque Tintin”.
Dato il successo dell’iniziativa (motivo per cui
è quasi impossibile per un tintinofilo trovare annate intonse del periodico) sono
pubblicati anche gli album in cui incollare le varie collezioni. Benché firmate
da Hergé, in realtà le figurine sono
frutto di collaborazioni con altri artisti, fra cui alcuni artisti fondamentali
nella storia della Linea Chiara. All’inizio l’autore chiede a Jacobs, che accetta, infatti nelle prime
due collezioni ci sono suoi disegni; purtroppo, poi, il creatore di Blake et Mortimer
interrompe prematuramente la sua collaborazione
lasciando incompleta la collezione sulla ferrovia.
Dopo
l’abbandono di Jacobs, Hergé offre il posto a Jacques Martin (Alix, Lefranc), che accetta. Grazie a lui sono stati
pubblicate 5 collezioni complete, ciascuna costituita da 10 serie di 6 figurine,
60 figurine per collezione. Alla realizzazione partecipano altri componenti
degli Studios Hergé: Michel Demarets,
assistente personale di Jacques Martin,
per le immagini tecniche, Roger Leloup
(Yoko Tsuno)
nelle due collezioni sull’Aviazione, Bob
de Moor (Cori,
Barelli)
nelle due dedicate alla Marina, avvalendosi per queste ultime del supporto di Georges Fouillé, pittore ufficiale della
Marina francese, e nel secondo anche di Marjolane
Matikhine. In quest'ultima serie non compaiono le consuete divertenti immagini di Tintin e Milou in abiti e atteggiamenti dell'epoca.
A proposito
dei chromos, Jacques Martin ha detto:
«Hergé aveva domandato a Edgar P. Jacobs di
avviare queste serie e quello ha realizzato i due, tre primi disegni di ogni
tema. In quel momento si è posto il problema della firma sulle immagini e della
sempre famosa produttività del disegnatore. Le discussioni non hanno sortito
una soluzione e, pressato dalla necessità, Hergé mi ha domandato di proseguire
la realizzazione dei chromos, cosa che ho fatto dalla fine del 1952…Ciò è
durato anni, fino al momento in cui le vendite con premi sono state proibite in
Belgio [fino al 1963 n.d.t.]. È vero che il considerevole successo dei bollini
ha fatto molto per la reputazione del giornale e del personaggio di Hergé. Per
contro, il successo molto fiorente ha suscitato delle gelosie che hanno
provocato il divieto di questa formula di vendita commerciale. […] All’inizio
riunivo quanti più documenti possibile concernenti l’aviazione, le ferrovie,
l’automobile, ecc. Poi passavo alla realizzazione. Ne eseguivo almeno due a
settimana ed è a causa dell’aumento di richieste che avevo accettato, che in
quel momento Michel Demarets, con Roger Leloup, mi ha aiutato molto in questo
lavoro. Ne abbiamo disegnati tanti e se io ne realizzavo la composizione, Hergé
disegnava le teste, le mani e talvolta anche i piedi, ma niente di più.»
[La voie
d’Alix, entretiens avec Jacques Martin, Michel Robert, Portraits, Dargaud
Éditeur, 1999]
In effetti,
come sempre avviene, quel che è negato al primo per necessità è concesso al
secondo, per cui nei successivi tre album realizzati da Martin risulta il suo nome come direzione storica e artistica,
mentre negli ultimi due è citato solo come direttore, con l’aggiunta di Collaborazione storica e tecnica di George
Fouillé e Bob de Moor!
Sui chromos Michel Demarets, entrato alla giovane
età di 19 anni presso gli Studios Hergè al seguito di Martin e al quale nel gennaio 2012 è stata dedicata un’interessante
mostra a Dison, ricorda che fu impiegato come accessorista per disegnare migliaia
di treni, auto, aerei, scenografie interne ed esterne in collaborazione con gli
altri autori ivi presenti, rispettando sempre le rigide regole degli Studios sull’autenticità
degli oggetti raffigurati.
- Album Chromos Voir
et Savoir 3: L'Automobile, tome I, des origines à 1900 (1953)
Direction historique et technique: Jacques Martin.
Direction historique et technique: Jacques Martin.
- Album Chromos Voir
et Savoir 4: L'Aviation, tome I, des origines à 1914 (1954)
Direction historique et technique: Jacques Martin”
Direction historique et technique: Jacques Martin”
- Album Chromos Voir
et Savoir 5: L'Aviation, tomeII, guerre 1939-1945 (1953).
Direction historique et technique: Jacques Martin
Direction historique et technique: Jacques Martin
- Album Chromos Voir
et Savoir 6; La Marine, tome I, des origines à 1700 (1954)
Direction: Jacques Martin
Collaboration historique et technique: Georges Fouillé e Bob de Moor
Direction: Jacques Martin
Collaboration historique et technique: Georges Fouillé e Bob de Moor
- Album Chromos Voir et Savoir 7; La Marine,
tome II, de 1700 à 1850 (1963)
Direction: Jacques Martin
Collaboration historique et technique: Georges Fouillé e Bob de Moor
Direction: Jacques Martin
Collaboration historique et technique: Georges Fouillé e Bob de Moor
Gli Studios Hergé hanno preparato anche altre collezioni sui costumi e sulle armi, ma tali figurine, mai pubblicate, sono conservate negli archivi della Fondazione Hergé. Alcuni esempi di originali abbozzati dal duo Hergé-Jacobs, anche per l’inedita Petit histoire du costume, sono visibili nelle pagine di Hergé Chronologie d’une œuvre, Tome 5 1943-1949, di Philippe Goddin, Editions Moulinsart, 2004.
Gli album
sono stati ristampati sotto forma di libri dalle Editions Septimus nella serie Tintin raconte…,
ognuno con un disegno originale di Hergé
in sovracopertina e con le figurine già stampate sulle pagine:
Tintin raconte...
L'histoire de l'Automobile, des origines à 1900
(1978)
Tintin raconte...
L'histoire de l'Aviation, guerre 1939-1945 (1979)
Tintin raconte...
L'histoire de la Marine, des origines à 1700 (1979)
Tintin raconte...
L'histoire de l'Aviation, des origines à 1914 (1980)
Tintin raconte...
L'histoire de l'Aérostation, des origines à 1940
(1980)
Tintin raconte...
L'histoire de la Marine, de 1700 à 1850 (1981)
In Italia, in contemporanea con gli albi e
volumi di Tintin,
l’editore Gandus pubblica 4 dei 6
album francesi (quello incompleto sulla ferrovia non può essere conteggiato). Mancando
un settimanale dedicato al reporter con il ciuffo e non essendo possibile una
raccolta di bollini Tintin, l’editore genovese rispetta ugualmente la filosofia
del giveaway di Leblanc. Infatti fa un
accordo con la Shell, per cui all’automobilista che fa rifornimento di benzina
presso le stazioni di servizio è regalata una figurina alla volta, da incollare
nel rispettivo album. Almeno, questo è valido per i primi due album con
intestazione Shell e con figurine aventi sul retro, ovviamente, la pubblicità
dell’industria petrolifera.
Gli album cartonati hanno grande formato, con 66
pagine simili a quelli dell’edizione originale. Similmente alla versione
originale c’è molto testo di commento alle immagini delle figurine.
Hergé, L'automobile dalle origini al 1900, Gandus,
1964
edizione speciale per la Shell italiana
Due facciate di introduzione probabilmente tradotte dall’originale. L’opera, come le altre due successive, è accreditata alla direzione artistica e tecnica di Jacques Martin.
edizione speciale per la Shell italiana
Due facciate di introduzione probabilmente tradotte dall’originale. L’opera, come le altre due successive, è accreditata alla direzione artistica e tecnica di Jacques Martin.
Hergé, L'aviazione dalle origini al 1914, Gandus,
1965
edizione speciale per la Shell italiana.
edizione speciale per la Shell italiana.
Questo
album fa eccezione per avere, oltre alle due pagine di introduzione, anche un altro testo
di due pagine intitolato L’editore italiano ai lettori, per sottolineare la
presenza di pionieri italiani dell’aviazione, esclusi nella versione francese. Ha
quindi 70 pagine, perché presenta 62 figurine.
In pratica una figurina è stata eliminata (n.23, Triplano danese del 1908) e ne sono state aggiunte tre nuove su aerei italiani (n° 38, 40 e 52), assenti nelle edizioni in francese e pertanto ricercate dai collezionisti tintinofili transalpini.
In pratica una figurina è stata eliminata (n.23, Triplano danese del 1908) e ne sono state aggiunte tre nuove su aerei italiani (n° 38, 40 e 52), assenti nelle edizioni in francese e pertanto ricercate dai collezionisti tintinofili transalpini.
Le figurine di questa raccolta e della successiva hanno il retro bianco.
Hergé, Palloni e dirigibili dalle origini ai
giorni nostri, Gandus, 1967.
L’introduzione è firmata da Giuseppe Borselli, direttore responsabile anche degli Albi di Tintin
L’introduzione è firmata da Giuseppe Borselli, direttore responsabile anche degli Albi di Tintin
I copyright
della Casterman sono del 1954 per il secondo e terzo album, del 1963 per il
primo, mentre privo di data è il quarto, disegnato da Jacobs.
Già nel dicembre 1965, sul
secondo numero degli Albi di Tintin
appare una pubblicità in cui si annuncia l’uscita in
libreria di due volumi rilegati on linson, a lire 5000 l’uno, quelli sulle
automobili e sull’aviazione. In effetti, dal 1964 al 1967, sono stati editati
tutti e quattro gli album in libreria, con sovracopertine diverse.
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