Pour l’amour de l’art
Intervistiamo oggi, Jean-Christophe Thibert, il
bravissimo autore francese della serie Kaplan & Masson.
Ciao Jean-Christophe! Ti
facciamo i nostri complimenti, il nuovo volume di Kaplan & Masson: Il faut sauver Hitler,
ambientato in Italia, è davvero
molto bello. Grazie per aver accettato questa intervista. Potresti, per
iniziare, raccontarci come e quando ti sei avvicinato al mondo dei fumetti?
JCT: Ho conosciuto il fumetto prima ancora di saper leggere. Per quello che posso
ricordare, mi divertivo con i disegni di Uderzo
nelle storie di Astérix
e con quelli di Hergé nelle
avventure di Tintin.
Ho imparato a leggere molto presto perché ero particolarmente geloso di mio
fratello maggiore che era completamente rapito dalla lettura degli album a fumetti
che i miei genitori acquistavano. Anche io volevo a tutti i costi raggiungere
il paradiso della lettura.
Quali sono stati gli
autori di fumetto che sono stati i tuoi punti di riferimento quando hai
iniziato la carriera e che pensi possano aver influenzato il tuo stile di
disegno e il tuo modo di raccontare una storia a fumetti?
JCT: Uderzo, Franquin e Hergé sono stati
i miei maestri, tutti e tre, a loro modo, hanno il genio del movimento, del dinamismo
e del ritmo. I tratti virtuosi di Franquin
e Uderzo hanno un impulso quasi
musicale, una sorta di swing grafico. Ogni loro personaggio, poi, è un vero e
proprio attore. È un compito estremamente difficile fare di un personaggio dei fumetti
un commediante di talento, perfettamente inserito nel suo ruolo.
Parlaci del tuo stile
grafico, quando e perché hai scelto la «linea chiara»?
JCT: Lo stile «ligne claire» è venuto naturale non appena ho capito che il
dinamismo e il movimento erano l’obiettivo che cercavo per il mio stile
grafico. Questo è un esercizio essenziale, nel mio lavoro, tutto deve essere al
servizio della fluidità e dell’azione.
Giocando sullo spessore del tratto, spesso o sottile, si riesce
a variare la velocità al movimento oppure si riesce a dosare la fluidità o la
pesantezza come, ad esempio, la materia degli indumenti dei personaggi.
Come è iniziata la tua
collaborazione con lo sceneggiatore Didier
Convard e come sono nati i personaggi Kaplan & Masson?
JCT: Didier Convard voleva creare
una serie "Blake
e Mortimer" alla francese. All’epoca, lui era il mio direttore
editoriale, e, quando gli venne l’idea, pensò subito a me per la realizzazione
grafica del progetto. La preparazione di Kaplan & Masson, è partita subito con grande
entusiasmo e in una atmosfera di serena amicizia. Le cose sono, in seguito, un
po’ cambiate...
Perché si è pensato di ambientare
il fumetto negli Anni Cinquanta?
JCT: Il periodo della Guerra Fredda mi ha sempre appassionato. Quest’epoca è
avvolta da un'atmosfera surreale che è un strana mescolanza e quasi antagonista
di spensieratezza e angosciante tensione. La gente vuole vivere intensamente la
pace ritrovata ma la minaccia di un nuovo conflitto nucleare fa parte del
quotidiano.
Perché, in seguito, hai deciso
di scriverti da solo le sceneggiature di Kaplan & Masson?
JCT: Nelle storie volevo più azione, commedia e umorismo. Mi sembrava
necessario che i dialoghi fossero al tempo stesso più leggeri e divertenti. In
questo modo la storia avrebbe guadagnato in scioltezza e naturalezza. Volevo coinvolgere
il lettore in una corsa sfrenata e non volevo appesantire il racconto con la
solita verbosità di dialogo che caratterizza alcuni fumetti «linea chiara».
Noi sappiamo che tu ami
molto l’Italia, per quali ragioni?
JCT: Non voglio rispondere come un dépliant turistico, ma devo dire che il
vostro è un paese di una bellezza e una cultura infinita. Ho amato
appassionatamente l’Italia ancora prima di averci messo piede. In maniera particolarmente
adoro il cinema e la letteratura. Trasportato da entusiasmo artistico, di getto
mi vengono i nomi di Giorgio Bassani,
Alberto Moravia, Leonardo Sciascia, Vitaliano Brancati, Piero
Chiara, Giuseppe Tomasi di Lampedusa,
Dino Buzzati, Vincenzo Consolo, Luigi
Pirandello e tanti altri che mi capita di scoprire di giorno in giorno.
Hai fatto i nomi di
grandi autori della letteratura italiana, in campo fumettistico quali sono gli
artisti che apprezzi di più?
JCT: I ragazzi della mia generazione sono cresciuti guardando la sera alla
televisione francese La Linea del
geniale Osvaldo Cavandoli. Poi ho
scoperto Raphaël Carlo Marcello sul
settimanale Pif Gadget e sul mensile
Histoire de France en bande dessinée,
dove c’erano anche Ferdinando Tacconi,
Sergio Toppi e l'immenso Dino Battaglia. Questi autori mi hanno
incredibilmente impressionato.
Quali lavori sono
custoditi nel tuo cassetto?
JCT: Sto lavorando, testi e disegni, a La section fantôme, una nuova serie che ha molti
punti in comune con Kaplan & Masson. I primi tre episodi sono già stati
sceneggiati.
Quali sono i tuoi
principali interessi oltre al fumetto?
JCT: Sono un grande appassionato della letteratura italiana, francese e russa
...
Merci, Jean-Christophe!!
Gli album di Jean-Christophe Thibert
(tutti ancora inediti in Italia)
Le Marteau des Sorcières edizioni Glénat
testi di Siro e disegni di Thibert
1 - Warul (2003)
2 -
Man Aces Cemjk (2007)
Kaplan & Masson edizioni Glénat
testi di Convard e disegni di Thibert
1 - La
théorie du chaos (2009)
testi e disegni di Thibert
2 -
Il faut sauver Hitler (2016)
Nessun commento:
Posta un commento