venerdì 6 dicembre 2019

La diabolica trappola nella camera di Horus



Ancora una volta parliamo di Alain S. Lerman, soprannominato Kronos dal nome della sua associazione. Lerman è lo studioso francese che analizza in maniera molto particolareggiata gli episodi della cronologia di Blake et Mortimer realizzati da Edgar Pierre Jacobs.


Si tratta di una sorta di enciclopedia che analizza ogni vignetta, ogni costume, arma, oggetto, veicolo, evento storico e luogo disegnati da Jacobs nei palpitanti episodi dei nostri due eroi.


Le sue minuziose ricerche confluiscono in volumi, pubblicati dall’Association Kronos in una pregevole collana di saggi.


Recentemente sono usciti altri due volumi, il primo intitolato Les Pièges de Miloch (2018), dedicato al sesto episodio Le Piège diabolique,


e il secondo Les Mystères de la Chambre d’Horus (2019), dedicato al celebre Mystère de la Grande Pyramide.


Come nei precedenti saggi, anche in questi risulta imponente l’apparato iconografico (peccato solo per il piccolo formato delle immagini), che mette a confronto la realtà con la riproduzione operata da Jacobs, il tutto accompagnato da un’impressionante dovizia di particolari nel testo, frutto di accuratissime ricerche dello studioso francese.


Les Pièges de Miloch è una rigorosa analisi sull’episodio Le Piège diabolique, forse il racconto più “politico” realizzato da Jacobs, una sorta di libello contro qualsiasi tipo di dittatura, e infatti, all’uscita dell’edizione in volume, è stato censurato in Francia. Potrebbe essere inquadrato sotto la voce della fantascienza sociologica, corrente letteraria di anticipazione a cavallo del secondo conflitto mondiale.


L’idea della storia nasce da una riflessione di Jacobs sulla frase sul “buon tempo antico”.



Come noto, l’autore belga sviluppa il racconto in vari capitoli, ognuno vissuto dal prof. Mortimer in un epoca differente, per sottolineare la falsità della suddetta frase.


Il volume fa vedere gli studi per la celebre macchina del tempo, il Chronoscaphe, e la puntuale contestualizzazione degli episodi che compongono il racconto, operata da Lerman.


La visione di Jacobs di un mondo futuro postatomico dominato da una tirannia totalitaria che annulla la volontà dei cittadini (cosa da cui, a ben guardare, non siamo molto lontani grazie agli infernali mezzi informatici) risulta un poco profetica!


È bene ricordare che la stesura dell’episodio che si svolge nel Medioevo fu realizzato in collaborazione con i coniugi Fred e Liliane Funcken, acclamati autori specialisti in uniformologia.


Il secondo volume è su Le Mystère de la Grande Pyramide, e ci immerge nel mondo della Piramide di Cheope. E’ stato il primo emozionante episodio tradotto sui Classici dell’Audacia Mondadori.


All’epoca non si è capito perché Enrico Bagnoli, curatore della collana Mondadori, abbia preferito iniziare dal secondo episodio, piuttosto che dal primo, Le Secret de l’Éspadon, come invece, avvenuto per tutti gli altri personaggi presentati sulla celebre collana. Oggi, a distanza di più di mezzo secolo, si deve ammettere che è stata una scelta intelligente. Se avesse seguito l’esatta cronologia pubblicando il primo episodio, questo non avrebbe avuto il medesimo impatto sui giovani lettori.


Infatti Il Mistero della Grande Piramide è un racconto particolarissimo, che mescola sapientemente e in maniera perfetta aspetti avventurosi, fantastici, misteriosi, archeologici, storici e biografici.


Abbiamo scritto biografici? Si, non è un errore, perché non tutti sanno che il racconto presenta un piano di lettura nascosto che fa riferimento alla vita privata dell’autore. Infatti  Jacobs, anche per prendersi qualche piccola rivincita sul destino avverso, ha volutamente inserito nella bedé alcuni personaggi, tra cui semplici comparse, frasi e situazioni che fanno riferimento alla realtà da lui vissuta in quell’anno, a causa del devastante divorzio dalla prima moglie Ninie, molto amata.


Da sottolineare l’aiuto da lui ricevuto all’epoca nella stesura delle prime tavole sulla Grande Piramide da parte di Albert Weinberg, autore di Dan Cooper.


I volumi della collana realizzata da Lerman dovrebbero essere presenti nella fumettoteca di qualsiasi bedefilo appassionato di Jacobs e dei suoi straordinari personaggi.



4 commenti:

Keyser ha detto...

Non ho capito: i volumi rossi nella prima foto sono dedicati TUTTI a Blake e Mortimer? Impressionante.

Quanto a Bagnoli, Mondadori iniziò dalla Piramide perché i Classici Audacia avevano allora un formato fisso di circa sessanta pagine, e il secondo episodio dell'Espadon (ai tempi, non ancora diviso in tre parti) contava un'ottantina di tavole. Troppe.

Roberto ha detto...

Si penso anch'io che la ragione principale di iniziare Mortimer con il dittico della GRANDE PIRAMIDE-CAMERA DI HORUS fosse quella delle pagine.
Noto poi che Bagnoli e la Mondadori avessero a quel tempo un certo peso su Jacobs, tanto da fargli scrivere per i volumi italiani il pezzo breve del TESORO DI TUTANKAMEN e -ancor di più- per fargli "riconfezionare" IL MARCHIO GIALLO in formato 62 tavole anzichè 66 (edizione unica al mondo ! ).

ZonaBeDé ha detto...

I volumi sono probabilmente la collezione completa del settimanale Tintin.

Corrierino ha detto...

Potrebbe essere anche la collezione di Hello Bédé, uscito per Le Lombard dal 1989 al 1993 come si può vedere qui https://vivelauvergne.skyrock.com/59.html.