Una bella serie mai pubblicata in Italia è Carnets d’Orient
dove l’autore, Jacques Ferrandez, racconta
la storia della sua terra natale, l’Algeria.
Di questa saga in dieci volumi ne
parleremo prossimamente, oggi vogliamo invece presentarvi una sorta di
spin-off, ovvero i cinque taccuini da lui realizzati a partire dalla metà degli
anni 90 come diario di viaggio ed eventuale materiale di studio per le sue
storie.
Alcuni di questi taccuini acquistano oggi una particolare
rilevanza perché descrivono terre in questi anni devastate da guerre civili che
hanno in parte distrutto le antiche bellezze di luoghi natali dell’umanità.
Ne rimane affascinato e questo è il risultato del suo successivo viaggio fatto dopo breve tempo ed esclusivamente dedicato alla Siria.
“Fotografa uno sconosciuto e corri il rischio
che vi guardi di traverso. Con il disegno, al contrario, crei una prossimità e
una complicità che ti aprono tutte le porte.”, così scrive nella prefazione
al volume l’autore.
Inutile dire che l'hammam o le fabbriche di sapone non possono non inspirare alcune delle pagine più evocative delle antiche tradizioni di quel mondo.
Poco dopo aggiunge “Questa… non
è una descrizione esaustiva del paese… neanche una guida… né un elenco di
monumenti e luoghi da visitare… è soltanto una successione di impressioni in
immagini, accompagnate da qualche commento”.
Nelle sue pagine si respira tutto il fascino della vecchia capitale
della Turchia che si avvia lentamente verso l’Europa.
Nei disegni di Ferrandez si alternano la vecchia e la nuova Istanbul, talvolta in un miscuglio apparentemente anacronistico di luoghi e poersone.
Chi è già stato in quella
città ricca di storia e cultura, vi ritrova la visione degli scorci meno turistici
e le atmosfere più vere.
Ferrandez cerca
di cogliere sia il vecchio che il nuovo, anche nelle manifestazioni a lui più consone
come quelle del fumetto di cui i turchi sono tra i più accaniti lettori del
medio oriente.
Il primo contatto con Bagdad avviene a dicembre in coincidenza dell'inizio del Ramadan.
Saddam Hussein è ancora al potere e lo
si coglie in alcuni disegni, soprattutto quelli che mostrano le gigantografie
del leader che invadono il panorama.
Gli angoli delle città, brulicanti di attività e persone, si
alternano ai grandi paesaggi aperti del deserto e ai resti storici delle antiche
millenarie civiltà nate in quei luoghi migliaia e migliaia di anni prima.
“Che questi ritratti di Bagdad, l’ocra dei
panorami, i colori delle strade non vi lascino
mai. In quanto agli iracheni, i più dimenticati degli uomini, sono esausti…”,
così scrive della prefazione Ferrandez
nel dicembre del 2000, dopo dieci anni di embargo, ma non può sapere che il
peggio per quel paese deve ancora venire.
Nel Libano l’autore
ha fatto ritorno più volte da allora e il volume raccoglie parte dei disegni
fatti in quelle occasioni.
“Questo
carnet, come i precedenti, cerca di raccontare le cose viste, gli incontri, i
momenti condivisi nel corso delle mie deambulazioni senza meta nel paese”.
Ed è proprio girando a caso, senza un programma, senza un
obiettivo, che Ferrandez riesce a
cogliere “un paese che è fonte di interrogativi per gli occidentali.
Un enigma
di cui saremmo tentati di disinteressarci fingendo di attribuirgli tutto quello
che ci rende strano e inaccessibile l’Oriente”.
In questo volume sono raccolti i disegni realizzati nei vari “ritorni” fatti nel corso della sua vita, a partire dal primo nel 1993.
Come dice nell’introduzione “La mia conoscenza della città era legata alla memoria familiare e all’iconografia
delle epoche trattate [nelle mie opere]. Quei luoghi li conoscevo da tempo…
attraverso distacco un po’ congelato delle vecchie foto o all’esuberanza
esotica che si ritrova nella pittura orientalista.”
Dopo quella prima visita la situazione in Algeria precipita
e solo dal 2003 in poi Ferrandez può
fare delle visite più regolari ad Algeri senza rischiare la vita a un posto di blocco
o in un’imboscata mentre cerca di catturare sulla carta emozioni e impressioni.
Tutti, o quasi, i carnet sono disponibili presso Casterman. Qualcuno temporaneamente
esaurito è comunque facilmente recuperabile su Internet.
1 commento:
I Carnets d'Orient (la serie a fumetti) sono uno dei miei pallini, sono contento che ne parliate.
Ma soprattutto sarei ancor più contento se un editore italiano li pubblicasse.
Comunque non sono del tutto inediti, i primi quattro episodi apparvero sulla vecchia Comic Art.
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