mercoledì 19 febbraio 2014

Barbarossa, una lunga attesa premiata


In un momento in cui fumetterie e edicole italiane rigurgitano di traduzioni di BD, mettendo seriamente a dura prova il portafoglio di un povero acquirente, costretto a fare scelte a volte dolorose fra una nuova testata o un nuovo volume, non si può non rimanere soddisfatti per l’uscita del primo volume dell’integrale di Barbarossa per i tipi dell’editrice Nona Arte. Creato dal leggendario duo Jean-Michel Charlier - Victor Hubinon per il settimanale francese Pilote, dove appare fin dal primo numero del 1959, il Demone dei Caraibi rappresenta una dei migliori personaggi franco-belgi protagonisti di racconti ambientati sul mare.



Serie a lungo agognata dai lettori italiani “diversamente giovani”, il volume presenta un apparato critico introduttivo notevole per immagini e notizie che appaga e soprattutto, ripaga pienamente il lettore per l’acquisto fatto. Si possono gustare le trame dagli intrecci avvincenti, in cui Charlier era maestro: è sufficiente pensare a quelle da lui scritte per il Blueberry disegnato da Jean Giraud o per il Buck Danny realizzato dal medesimo Hubinon, di cui Nona Arte ha già pubblicato 5 volumi dell’integrale. E non sono da meno i disegni, sempre ben realizzati, di Hubinon, perfettamente a suo agio sia sul ponte di una moderna portaerei che di un vascello a vela. Soprattutto, però, il piacere di leggere una storia di pirati, con abbordaggi e scontri fra velieri, in cui non si trova una sola scena di violenza gratuita, in un esercizio di stile come solo due grandi del fumetto europeo riuscivano a realizzare.
Da sottolineare che il volume ripristina l'integralità delle storie che erano state 'mutilate' di alcune tavole per rientrare nella foliazione standard degli album cartonati.
All’arrembaggio!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Peccato per la ricolorazione ma probabilmente gli impianti colore non esistono più e avrebbero dovuto scansionare. Nell'introduzione ci sono un paio di tavole con la colorazione originale che a mio parere era migliore dell'attuale. Detto questo, bellissimo volume anche se avrei preferito qualche redazionale/apparato critico più corposo. Ciao e grazie, Dimitri