Per
molti anni, Hergé e i suoi
eredi (la vedova Fanny e il secondo
marito Nick Rodwell) hanno condotto una vera e propria crociata contro i
numerosi falsari che, nel corso dei decenni, si sono appropriati, senza alcuna
autorizzazione, dell’universo creato da Hergé. Per anni sono circolati nel
sottobosco delle vendite numerose opere apocrife su Tintin, Haddock e compagnia bella, pubblicazioni
ben note a ogni vero fan del reporter con il ciuffo.
Ricordiamo
le numerose versioni erotiche, la realizzazione de L’Alph-Art, ultimo episodio rimasto
incompiuto per la scomparsa dell’autore e realizzato da Rodier, oltre a innumerevoli episodi apocrifi (Tintin et le mystére de la Toison d’or),
parodie (quella di Roger Brunel su Circus, per esempio), omaggi (la
copertina di Tchiize, rivista di
Montreal) e reinterpretazioni di scene famose su Tintin (nome storpiato in tanti modi), disegnati alla maniera di Hergé
non solo in Olanda, Belgio, Francia, Svizzera e Canada ma in tutto il
mondo.
Già
nel 1994 circola il catalogo Tintin et
les faussaires per Jour de
fete/M.Elm, 28 pagine scritte a mano con un elenco di vendita, abbastanza minuzioso,
di edizioni pirate sull’universo di Tintin da richiedere per corrispondenza.
A
questo ha rimediato la Mediateca Jacques
Baumel di Rueil-Malmaison, una
cittadina nella cintura parigina raggiungibile con i treni della RER, che
dedica un’interessante mostra aperta dal
14 giugno al 30 agosto e dedicata alle parodie su Tintin, Tint’inconnues en parodies.
In
esposizione trasgressioni, imitazioni, parodie e plagi del reporter con il
ciuffo riuniti da Alain Jacques Tornare,
curatore dell’esposizione et vice-presidente del museo degli Svizzeri nel
mondo. È una carrellata di opere, non sempre di qualità e buon gusto, ma
sicuramente interessanti perché hanno per tema il più famoso eroe europeo dei
fumetti.
L’ingresso
della mostra è gratuito e c’è un catalogo in vendita a 12 €. Il giorno
dell’inaugurazione si è tenuta una tavola rotonda intitolata À qui appartient
Tintin?, domanda interessante e fondamentale perché su questo punto
ruota la diatriba ultraventennale fra la Fondazione
Hergé (proprietaria dei diritti) e il pubblico internazionale che ancora si
diverte con le avventure di Tintin e che si ritiene destinatario dell’opera
hergeana. Ovviamente, propendiamo per il pubblico e per la libertà di citazione
delle immagini disegnate da Hergé!
Nessun commento:
Posta un commento